Video: Manuela Romanato
Che cosa è un sogno se non l'esplicazione completa ma irripetibile di una necessità?
Quando sogniamo (ricordando che parlare di sogni è come ripetere una poesia imparata a memoria ma dimenticata) tutto è esplicitato così chiaramente dal flusso d'immagini che ci scorre sotto le palpebre, che è inevitabile non poterle trattenere fino a dopo il risveglio.
Solo nei sogni combaciamo con la realtà, perché la realtà in cui ci muoviamo è quella da noi ricostruita e proiettata, sia che si faccia un incubo sia che si sogni la persona amata.
L'opera d'arte ha molto in comune con il sogno, ne è l'espressione uguale e contraria, siamo noi in questo caso che cerchiamo di combaciare con la realtà per spiegarla, per fondere nella veglia significato e significante.
Nel produrre un'opera d'arte ci si può confrontare con due tipologie metodologiche, una basata sulla meditazione di un concetto, che elaborato e raffinato alla fine confluisce in una forma, l'altra invece si manifesta improvvisamente attraverso l'immaginazione di una forma in cui tutto il percorso di pensiero è già espresso; è il processo più difficile perché dalla forma si confluisce successivamente al significato.
In verità questo secondo metodo, che ci si accorge è difficile definire tale, è nella sua espressione uguale al sogno.
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